Ieri la presentazione del libro “Un calcio al razzismo” con l’autore Adam Smulevich

Si è tenuta ieri presso la Casa del Calcio la presentazione del libro “Un calcio al razzismo”. Presente uno dei due autori, Adam Smulevich, che si è confrontato con una platea composta soprattutto dalle giocatrici della formazione Primavera e dai partecipanti al corso di leadership per futuri allenatori e dirigenti organizzato dalla FSGC, oltre ad alcuni membri del Consiglio Federale e a qualche interessato. Hanno mediato la serata Andrea Zoppis, Disability Asset Officer della FSGC, e la dottoressa Patrizia Di Luca, Responsabile del Centro di Ricerca sull’Emigrazione – Dipartimento di Storia dell’Università di San Marino, assieme al quale la Federazione ha avuto il piacere di organizzare questo importante evento a sfondo sociale e culturale.

L’introduzione è stata affidata al Responsabile del Dipartimento di Formazione FSGC Carlo Chiarabini, alla quale ha fatto seguito il saluto del Presidente Marco Tura, che ha legato le sue parole alle tremende sensazioni di una visita presso l’ex campo di concentramento di Mathausen. Presenti in platea anche il Segretario Generale Luigi Zafferani e il Responsabile del Settore Femminile Corrado Selva. Smulevich, coautore del libro assieme a Massimiliano Castellani, si è confrontato con i presenti sulla tematica fondamentale di cui quest’opera tratta, peraltro esplicitata già nel titolo. La presenza del razzismo nel mondo del calcio è purtroppo ancora di stretta attualità, e tra queste pagine – punteggiate di aneddoti storici riferiti al rapporto, sovente drammatico, tra i regimi totalitari del Novecento e le contemporanee vicende calcistiche italiane – traspare la convinzione che attraverso la conoscenza del passato si possano trarre validi strumenti per intervenire nel presente. Anche perché – è questa la convinzione degli autori – esiste un filo diretto tra il razzismo di quel periodo storico e il razzismo dei tempi moderni, spesso esibito negli stadi.

Attraverso la mediazione di Zoppis e della dottoressa Di Luca, l’autore ha risposto anche ad alcune domande riferite alle storie più interessanti – e probabilmente meno conosciute – raccolte nel libro. Ad esempio la vicenda del cosiddetto “derby ebraico” del ’38 tra il Torino del mitico Ernő Egri Erbstein ed il Bologna scudettato dell’altrettanto leggendario Árpád Weisz, allenatori che scrissero la storia del calcio ma che dovettero pagare dazio alle ingiustizie di una Storia, con la S maiuscola, della quale proprio in quegli anni si stavano scrivendo alcune delle pagine più atroci. E poi la vicenda inerente il bomber Carlo Castellani, cui è intitolato tuttora lo stadio di Empoli e che nel ’44 salì su un camion di fascisti per non fare mai più ritorno a casa. O la storia di una fuga per la vittoria tutta italiana legata al nome del mitico Silvio Piola. Oppure ancora la vicenda delle origini del Totocalcio, che non tutti sanno essere nato in un campo di internamento svizzero per opera di un giornalista italiano ebreo fuggito dall’Italia fascista.

Questo e molto altro ad animare una chiacchierata tra pubblico e autore che certo non poteva esimersi dal gettare un doveroso sguardo sull’attualità, e in particolare su casi di campioni della Serie A finiti nel mirino dei beceri: Lukaku, Koulibaly e Balotelli solo per citare i più vicini nel tempo e i più noti. Esempi di una deriva culturale che la lettura di un buon libro come questo – ricco di storie anche drammatiche ma da cui traspare un messaggio di speranza legato al valore sociale dello sport, e del calcio in particolare – può senz’altro contribuire a fronteggiare.

 


FSGC | Ufficio Stampa

 

Le foto reperibili sui canali di informazione e social network della FSGC sono liberamente utilizzabili, riconoscendo i diritti di immagine alla ©FSGC.