Nazionale: il gol di Berardi è solo la punta dell’iceberg

Settantaquattro mesi: da tanto lo Stadio di Serravalle, nel frattempo rinominato San Marino Stadium in seguito all’inaugurazione della Torre dei Servizi nel settembre 2014, attendeva di celebrare un gol della propria Nazionale tra le mura amiche. Quello arrivato al 77’ di San Marino-Kazakhstan, sull’asse Lunadei-Berardi, è solo la punta dell’iceberg di un processo di crescita in termini di mentalità che i Biancazzurri hanno sposato da circa due anni.

Che non sia un percorso semplice o privo di trappole era risaputo e se è vero che non più di tre giorni fa un mostro sacro del calcio internazionale come Giorgio Chiellini abbia evidenziato le difficoltà che giocatori della Juventus – a tutti i livelli – stiano incontrando nella transizione da un approccio difensivistico ad uno di grande proposizione, con il nuovo credo di Maurizio Sarri, si può immaginare come le stesse siano ampliate in un contesto non professionistico che deve costantemente misurarsi con avversari che giocano per professione.

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Eppure i dati empirici rilevati evidenziano che il progetto abbia imboccato la strada auspicata, pur passando da prevedibili ed inevitabili incidenti di percorso quali sono state le trasferte di Saransk o Bruxelles, con avversarie di valore assoluto: un anno fa la Russia eliminava la Spagna ai Mondiali, uscendo nella lotteria dei rigori ai quarti contro la Croazia vice campione del mondo. Sulla Golden Generation dei Diavoli Rossi si potrebbero versare fiumi di inchiostro, basti rilevare che Lukaku e compagni chiusero la rassegna iridata al terzo posto – eliminati di misura in semifinale dalla Francia campione del mondo -. A ciò si aggiunga che fino alla penultima giornata delle European Qualifiers entrambe si stavano giocando il primo posto nel Girone, con annessa posizione di favore nel sorteggio ad Euro 2020. Curiosamente si ritroveranno anche alle fasi finali, dove condivideranno il Gruppo B con Danimarca e Finlandia.

Si diceva dei rilevamenti statistici che non possono fermarsi esclusivamente ai 51 gol subiti in dieci partite, col rischio di una valutazione semplicistica e non attenta. In primis la media età delle formazioni scelte da Franco Varrella nelle European Qualifiers (25.9 anni) è la sesta più giovane del torneo, trend interessante anche in termini di ulteriore sviluppo del progetto tecnico-tattico, nonché di attitudine in campo, oramai avviato. Per coloro i quali fossero irrimediabilmente ancorati a quel -51 al passivo, basti ricordare che è il medesimo numero di gol subiti nelle Qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018 quando San Marino riuscì però a gonfiare la rete in due occasioni (Stefanelli ad Oslo e Palazzi a Baku). Non fu troppo garantista nemmeno quel sorteggio che propose avversarie solide quali Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Azerbaijan ed Irlanda del Nord – in ordine sparso – ed anche per questo attendibile elemento di confronto.

Scendendo più nel dettaglio, sulla base di dati ufficiali elaborati dallo staff tecnico biancoazzurro, la Nazionale di San Marino ha subito 297 tiri verso la propria porta (compresi quelli fuori dallo specchio): circa 50 in più rispetto al biennio 2017-18 – che si utilizza esclusivamente per misurare le immediate risultanze -. Sono però lievitati anche i tiri intercettati dalla fase difensiva sammarinese: 73 in totale, oltre sette a partita e cresciuti del 150%. In linea gli altri parametri difensivi, applicati alla percentuale di duelli difensivi ed aerei vinti, nei quali la Nazionale al tempo guidata da Pierangelo Manzaroli fece meglio nella misura di 4 punti percentuali.

Dati più marcatamente differenti si rilevano invece in termini di impostazione della manovra offensiva, nonché della pericolosità (intesa non come vacua ed astratta percezione dal campo, bensì nell’accezione dell’omonimo indice applicato a Coverciano per misurare la fase offensiva delle Nazionali italiane). Circa la gestione del pallone, in queste 10 partite San Marino ha fatto segnare una precisione dei passaggi del 66% (+6%), nonché una media di 166 passaggi effettuati a partita (45 in più per incontro). Sul totale si sfonda ampiamente la quota 1700, rispetto al 1137 fatti segnare nel percorso di qualificazione a Russia 2018. Statistiche migliorate anche dal punto di vista del possesso palla, passato dal 20.5% al 22.8% di media a partita. Non certo il tiki-taka di catalana memoria, ma elemento di crescita da non sottovalutare, specie se applicata alla realtà di San Marino nel contesto ultra professionistico del calcio europeo.

Infine, benché il numero di gol realizzati sia dimezzato rispetto al precedente biennio, sono raddoppiati i tentativi (da 14 a 27): il difetto dunque può essere rilevato nella concretezza, piuttosto che nell’impostazione. Elementi sostenuti anche dai numeri in crescita di tocchi di palla in area avversaria, passaggi filtranti e passaggi smarcanti: questi ultimi – grossomodo in linea con quanto rilevato nel precedente biennio internazionale – marcano un +8% dal punto di vista della precisione. Così la gestione della palla nella trequarti avversaria, dove San Marino ha effettuato 195 passaggi (+35) con una precisione netta del 45% (+5%).

La strada è lunga e tortuosa, come a più riprese sottolineato a vari livelli da tecnici e dirigenti della Federcalcio di San Marino, ma la via del coraggio e di una mentalità più propositiva è finalmente imboccata. Con l’auspicio di tornare presto e più spesso ad esultare per reti della Nazionale sammarinese, in casa e fuori, per non dimenticare l’obiettivo di conseguire un risultato positivo che manca da cinque anni.


FSGC | Ufficio Stampa

 

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