Sostiene Canini: “Fondamentale puntare sui giovani. Varna? Il giusto premio per tutti.”

©FSGC | L’esultanza di Canini assieme alla squadra dopo il 2-0 contro Andorra

Giuseppe Canini, classe 1957, professore di educazione fisica in pensione, ex mediano, ha una certa dimestichezza con i Commissari Tecnici. Lui stesso ha ricoperto quel ruolo. Non ha guidato la Nazionale maggiore, ma le Selezioni giovanili sì. E le ha guidate praticamente tutte: Under 17, Under 19, due volte Under 21, senza dimenticare Under 18 e Under 16. Oggi, però, con i CT ha un rapporto diverso. Da tempo è passato dalla panchina alla scrivania, e attualmente è il Coordinatore delle Nazionali di Futsal. Prima che il virus bloccasse tutta l’attività, non c’era giorno in cui i numeri di telefono di Roberto Osimani e di Roberto Levani, CT delle due Nazionali sammarinesi di calcio a 5, non figurassero in cima al registro chiamate del suo cellulare. Anche perché, a gennaio, fervevano i lavori per una trasferta, quella della Nazionale maggiore in Bulgaria, finita poi “discretamente” bene. “Avere centrato quel passaggio del turno mi ha dato una gioia immensa. Al punto tale che il mio cuore ha rischiato di scoppiare. Quel risultato era il giusto premio per il tanto lavoro svolto da noi dirigenti, da un grande staff e un grande mister, e naturalmente da un gruppo superlativo. Mi aspettavo di fare un buon torneo, questo sì, ma addirittura tagliare un traguardo del genere, beh, è una cosa che mi ha stupito. Favorevolmente stupito. E per questo posso dire che è stata ancora più bella.”

©FSGC | Canini e Bevitori sulla tribuna del palazzetto di Varna

Insomma, si può dire che a Varna la Nazionale abbia passato l’esame di maturità. Come uno dei tanti studenti seguiti da Giuseppe nella sua carriera di insegnante. E per lui, che si può considerare uno dei “genitori” di questa creatura assieme al Responsabile di settore Stefano Bevitori, la cosa ha un effetto tutto particolare. “All’inizio non ero molto ferrato in fatto di futsal, e quindi ho cercato di crescere anche io assieme a questo movimento che piano piano si stava evolvendo a San Marino. Devo dire che un ruolo fondamentale, in questo, lo hanno avuto i giocatori e i tecnici che nel tempo si sono succeduti in Nazionale. Quello che ho provato a Varna, quando ho realizzato quello che avevano fatto i ragazzi, è stato un orgoglio indicibile: un cerchio che si era aperto in Finlandia, con la prima trasferta, e che si è chiuso appunto in Bulgaria. Dieci anni di cammino partito con il gol di Capicchioni e concluso con quello di Moretti. Che poi dire concluso non è affatto giusto: manca lo spareggio con la Danimarca. Sono certo che continueremo a sognare.”

Ma Giuseppe, come si diceva, è Coordinatore delle Nazionali di Futsal. Al plurale. Già, perché da poco più di un anno esiste anche la Nazionale Under 19, affidata a Roberto Levani. La squadra esordì nel gennaio 2019, in casa, disputando le qualificazioni europee. E da qualche tempo CT e staff sono al lavoro per preparare la squadra in vista della seconda avventura ufficiale: le qualificazioni del 2021. “Direi che, sulla base del torneo di esordio, l’Under 19 ci ha già dato modo di presentarci ai prossimi appuntamenti a testa alta. Tutti i ragazzi e tutto lo staff sono stati straordinari. Inoltre, a San Marino, i giovani stanno contribuendo in modo attivo alla crescita del movimento futsal coinvolgendo i propri coetanei, oltre che i tifosi. Noi dirigenti non dobbiamo deluderli: dobbiamo anzi aiutarli nella costruzione del futuro di questo sport. Lo meritano.”

©FSGC | Canini assieme al CT della Nazionale Under 19, Roberto Levani

Giovani, certo. Presenti in modo pressochè totale nella vicenda del Giuseppe Canini allenatore. Per non parlare del Giuseppe Canini professore. “Diciamo che come allenatore le soddisfazioni più grandi le ho avute grazie ai giovani. Se i ragazzi capiscono che sei totalmente votato a loro, danno tutto e non ti deludono mai. I giovani sono la parte migliore della nostra società. È su di loro che vale la pena investire: perciò vanno aiutati, sostenuti, specialmente in tempi duri come questi.” E per i giovani si spende eccome, Giuseppe. Anche oggi che siede dietro una scrivania. E se gli si chiede quanto gli manchi la panchina, la risposta è la seguente: “Non particolarmente. Per fare l’allenatore mi mancavano alcune qualità. Perciò, in tutta onestà, sono contento di avere potuto vivere una vita intera nello sport, contribuendo alla causa del calcio sammarinese, anche senza specializzarmi nel ruolo di allenatore. È stato fondamentale poter contare su persone dinamiche e competenti, che mi hanno aiutato a crescere. E anche grazie a loro, le soddisfazioni sono arrivate.”

In questa vita dedicata al calcio, naturalmente, non poteva mancare il Canini giocatore. Di ruolo mediano, come si diceva all’inizio. Ed è giocando in quella posizione che Giuseppe prese parte alla famosa partita “di battesimo” della Nazionale sammarinese, quella casalinga contro la Selezione Olimpica canadese. Anche se i suoi ricordi di quel giorno sono compromessi da un contrasto di gioco. “Battei la testa dopo uno scontro aereo con un difensore del Canada, che poi anni dopo giocò nel PSV Eindhoven. Il ricordo seguente è il mio risveglio sulla rampa di ferro del pronto soccorso. Nonostante questo inconveniente, posso dire di avere giocato almeno una partita con la Nazionale del mio Paese. E questo mi riempie di orgoglio.”

©FSGC | La Nazionale di San Marino nella partita di esordio con la squadra olimpica canadese (28 marzo 1986) – tra gli accosciati, il terzo da sinistra è Canini

Il calcio entra anche nell’ambiente familiare, come è ovvio. E i figli di Giuseppe, Lorenzo e Valeria, se ne imbevono a tal punto da innamorarsene pure loro. Addirittura, Valeria intraprende una strada che la condurrà fino alla Serie A. Ad oggi, l’attuale Responsabile del Settore Giovanile Femminile è anche l’unica giocatrice sammarinese ad avere mai calcato un campo del massimo campionato italiano. A Valeria spero di aver trasmesso sani principi e passione per questo sport. Mi sembra di esserci riuscito. E anche se lei è arrivata in serie A, non me lo fa pesare. E non lo fa pesare neanche a suo fratello. Il settore femminile lo considero un fiore all’occhiello della Federazione. Auspico che gli addetti ai lavori non smettano mai di lottare contro il pregiudizio, che purtroppo ancora esiste, oltre a non perdere di vista l’obiettivo più grande: la creazione di Nazionali.”


FSGC | Ufficio Stampa

 

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